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Tra prevenzione e repressione, di Michel Venturelli

La scorsa settimana, per la prima volta in Ticino, è stata emessa una severa condanna per eccesso di velocità: un anno con la condizionale!

Non è qui nostra intenzione avventurarci nel discorso della proporzionalità della pena – stando al codice penale si rischia infatti molto meno a commettere un furto o uno stupro che non a sfrecciare a 148 km/h dove il limite è a 80 – bensì vorremmo analizzare più da vicino il problema della certezza e della severità della pena anche alla luce delle possibilità preventive (e repressive) offerte dalla tecnologia nel campo della circolazione stradale.

Ricordiamo che secondo il principio della prevenzione generale la sanzione per essere dissuasiva deve essere certa e severa. Nel caso della circolazione stradale, grazie alla tecnologia (ad esempio i radar), questo è possibile e de facto la minaccia della sanzione spesso dissuade il potenziale trasgressore. Si ottiene così un buon effetto preventivo. Nel caso della rapina, del furto e dei reati contro il patrimonio in generale invece non esiste un equilibrio tra certezza e severità della pena tale da dissuadere i potenziali trasgressori; in caso di furto il rischio di essere presi è minimo e quando questo accade la sanzione è ridicola; per il furto il codice penale prevede una pena a partire da 6 mesi, mentre per gli eccessi di velocità “selvaggi” si parte da un anno. Il problema che si pone non è tuttavia quello di diminuire la probabilità e la severità della sanzione nel campo della circolazione stradale, quanto quello di aumentarle per gli altri reati. Purtroppo questa possibilità, considerando le risorse economiche a disposizione, è difficilmente praticabile in modo soddisfacente; per questo motivo bisognerebbe puntare molto di più sulla prevenzione che, secondo le ricerche internazionali, a parità di risultati, è 5 volte più economica della repressione.

È ben chiaro che la prevenzione non sostituisce la repressione, ma è vero anche il contrario (o dovrebbe esserlo). Per questo sarebbe saggio trovare un giusto equilibrio tra le due strategie che se ben combinate permetterebbero di ottenere un controllo sociale maggiore e più economico.

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